Lo studio delle armi antiche tra storia e arte marziale
Il Kobudo è un esempio dell'ingegno dell'uomo, e della sua capacita di resilienza. Noto come "la via delle antiche arti marziali", è originario dell'isola di Okinawa. La sua peculiarità risiede nell'uso diversificato di strumenti tradizionali, molti dei quali hanno origini contadine.
Infatti, nel XVII secolo, ai nativi di Okinawa sotto il dominio del Clan giapponese dei Shimatsu, fu vietato dall'uso di armi. Questo divieto spinse gli abitanti a perfezionare l'utilizzo di attrezzi comuni per il combattimento. Svariati attrezzi di uso comune divennero così vere e proprie armi. Per esempio, il Tonfa, oggi in dotazione a molte forze di polizia, era inizialmente un manico per girare le macine dei cereali in uso nel Sud del Giappone.
Il Kobudo quindi si concentra sull'uso di quelle armi, ormai divenute tradizionale, come il Bo (bastone lungo), il Nunchaku e il Tonfa, e molte altre (perfino remi e zappe). Questa disciplina offre non solo una diversificazione nell'allenamento marziale, ma anche un'immersione nella storia, nella cultura e nella filosofia delle arti marziali.
Per i bambini, l'aspetto ludico del Kobudo, poi, lo rende una attività davvero potente. Utilizzando armi adatte a loro, come Nunchaku in gomma, si crea un ambiente divertente che permette lo sviluppo abilità motorie, disciplina e concentrazione.
L'integrazione del Kobudo con il Ju Jitsu va oltre le tecniche di combattimento. Le forme con le armi forniscono un'opportunità unica per affinare posizioni e movimenti, per esempio delle gambe, contribuendo direttamente al perfezionamento nell'ambito del Ju Jitsu.
In termini scientifici, lo studio della neuroplasticità evidenzia come la pratica del Kobudo stimoli la plasticità cerebrale, favorendo la formazione di nuove connessioni neurali. La coordinazione richiesta dalle diverse armi potenzia le vie neurali coinvolte in queste attività.
Studi scientifici ne confermano i benefici: l'allenamento con il Nunchaku, ad esempio, migliora la destrezza e la velocità di reazione, come dimostrato dalla ricerca pubblicata sulla rivista "Journal of Sports Science & Medicine."
Si può tranquillamente affermare che il Kobudo non solo arricchisce la pratica del Ju Jitsu ma offre benefici tangibili a livello neurologico e motorio. Integrare queste discipline offre un approccio olistico all'allenamento marziale, promuovendo una comprensione più profonda delle dinamiche del corpo.
Nella Shinsen Academy aa pratica di questa disciplina comprende forme singole (kata e khion) o a coppie (ippon kumite), inserite in percorsi specifici che favoriscono il trasferimento delle abilità acquisite tra diverse armi.
Le diverse fasi di apprendimento sono contraddistinte da un cambio di colore del tasuki, indossato durante la pratica marziale che svolge un ruolo simbolico, indicando il grado di avanzamento dell'atleta nella pratica delle arti marziali. I colori del tasuki quindi rappresentano diversi livelli di competenza o di maestria. Il passaggio da un tasuki all'altro di grado avviene attraverso esami che gli atleti possono sostenere davanti al proprio maestro o alla commissione della Shinsen Kobudo Academy.
Questo metodo di riconoscimento del grado dà modo ai praticanti di avere una via separata dal Ju Jitsu, seppur complementare. A seconda delle possibilità e dell'indole di ognuno si potrà, per esempio, essere tasuki verde di Kobudo e cintura gialla di Ju Jitsu come Tasuki giallo e cintura blu.
Un elemento distintivo del Kobudo è la sua mancanza di uno studio specifico della lotta corpo a corpo, rendendolo adatto a persone di tutte le età. È particolarmente indicato per i bambini e per coloro che desiderano una pratica meno intensiva che permetta di concentrandosi sul perfezionamento della tecnica, della respirazione e della filosofia orientale.
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