Roma, Italia - Una festa dello sport ha animato lo Stadio Olimpico di Roma, in questo caldo ottobre romano. Un'occasione per celebrare alcuni dei migliori atleti italiani e i loro successi. La Cerimonia delle Medaglie d'Oro, organizzata dall'ente di promozione sportivo Libertas e patrocinata da Sport e Salute, ha visto la premiazione dei vincitori delle finali nazionali di varie discipline sportive, tra cui spiccano il Ju Jitsu e il gruppo Shinsen.
Il gruppo Shinsen, con una nutrita rappresentanza di atleti di tutte le età, grazie alle numerose vittorie ottenuta ai campionati nazionali svoltisi a Pomezia (RM) lo scorso giugno. Questi atleti hanno dimostrato dedizione e raggiunto risultati eccellenti per i quali sono stati premiati con attestati di merito sportivo e medaglie commemorative.
La squadra è stata presentata sul palco allestito per l'occasione. Assieme al gruppo sono saliti anche il Dott. Antonello Querzoli e suo figlio, del Dojo di Poggio Renatico, che a Pomezia hanno vissuto l'esperienza straordinaria di gareggiare assieme e vivere un'emozionante avventura familiare nel mondo dello sport. Questo è stato un toccante esempio di come lo sport possa unire le generazioni. Un esempio che è passato davanti agli occhi del pubblico senza clamore, ma riempiendo di orgoglio e affetto e orgoglio i cuori di tutti compagni di squadre e dello staff tecnico Shinsen.
Ma i riflettori bramano ciò che luccica, come l'oro e le stelle, e si sono concentrati su Ruben Cassano e Giulia Plumitallo, i due atleti iridati di Shinsen Academy, con le loro medaglie d'oro conquistate agli ultimi campionati del mondo di Ju Jitsu. Questi sono esempi di come come la passione e la dedizione per una disciplina come il Ju Jitsu possano portare da un lato a vivere grandi traguardi personali fino all'eccellenza di un titolo mondiale.
Assieme al Team Agonistico di Shinsen Academy sul palco erano presenti anche quei maestri che con dedizione e professionalità hanno coltivato il talento dei loro allievi e li hanno accompagnati fin qui: Michele Vallieri e Sara Paganini per i Dojo di Pieve di Cento e Poggio Renatico, Rian Di Pietro per il Dojo di Altedo e Alberto Gambetta per quello di Lagosanto. Perché se vero che è l’atleta a fare la prestazione e vincere un titolo, è anche vero che dietro quella stessa prestazione ci sono l’esperienza, l’empatia e il lavoro prezioso di maestri e tecnici che, assieme alle famiglie, vivono accanto a questi ragazzi per far sì che abbiano tutto ciò che serve per valorizzare il loro talento.
Insomma, questa cerimonia è stata una vera e propria celebrazione dello sport non professionistico, un mondo di passione, sacrificio (anche economico) e impegno silenziosi, appassionati, che rappresenta il lato più disinteressato e autentico della competizione agonistica. Qui sono ancora i sogni a far ardere la passione e spingere gli atleti a superare sé stessi alla ricerca dell'eccelenza.
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